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Consiglio di disciplina: 168 provvedimenti in un anno

30 set 2020

Intensa l’attività svolta dal Consiglio di disciplina territoriale composto da tre Collegi internamente costituiti da aprile 2019 alla prima settimana di marzo 2020, quando peraltro l’attività si è dovuta temporaneamente arrestare a seguito dei noti provvedimenti legislativi emanati per il contenimento della pandemia da Covid-19.

La rappresentanza di genere, obbligatoriamente prevista dalla legge, è garantita con la presenza di 4 uomini e 5 donne. Il genere femminile è in maggioranza in due Collegi.

Complessivamente i tre Collegi hanno tenuto n. 46 sedute e adottato n. 218 deliberazioni.

Entrando nel merito delle violazioni deontologiche affrontate nel primo anno, occorre constatare che spesso i giornalisti sottoposti a procedimento disciplinare hanno peccato di approssimazione e leggerezza nel riportare notizie, senza effettuare una corretta verifica della fonte. Il tutto aggravato da incontinenza espressiva, fino a sfociare nella denigrazione delle persone coinvolte nei fatti di cronaca. In una circostanza, la mancata verifica della fonte della notizia ha comportato anche la diffusione di dati sensibili relativi allo stato di salute.

Anche il diritto di critica è stato in diversi casi esercitato in violazione dei doveri di cui all’art. 2 della legge professionale in quanto tale critica è risultata basarsi su presupposti di fatto errati (conseguenza di una mancata attività di verifica) senza l’osservanza delle norme a tutela della personalità altrui, con allusioni ed accostamenti suggestionanti.

In tutti questi casi è risultata pressoché costante la violazione dell’art. 6 del Codice di deontologia sull’essenzialità dell’informazione e anche il dovere di rettifica è risultato spesso ignorato.

Va sottolineato positivamente una netta riduzione, rispetto al passato, delle violazioni alla Carta di Treviso sulla tutela dei minori. È stato trattato e sanzionato un solo caso, peraltro relativo ad un articolo del 2018.

Per la prima volta è stato trattato e sanzionato un caso di violazione della Carta di Firenze per mancato pagamento di un collaboratore da parte di una testata online e mancato rilascio da parte del direttore della certificazione necessaria per l’iscrizione del collaboratore all’Ordine.

Sono stati affrontati anche alcuni casi di commistione tra informazione e pubblicità e di violazione della Legge 150/2000.

Su segnalazione di un altro ordine regionale, che se ne era interessato relativamente ad un proprio iscritto, è stato istruito un procedimento disciplinare nei confronti di due giornalisti marchigiani per un caso di turpiloquio in una trasmissione televisiva.

Diverse segnalazioni al Consiglio di disciplina hanno riguardato un uso “disinvolto” dei social network da parte di giornalisti che a volte, nello scrivere post o nel commentarli, dimenticano il loro dovere di tenere sempre un comportamento conforme al decoro e alla dignità professionale.

Come era già avvenuto nell’ultimo anno del precedente triennio, anche nel 2019 i procedimenti disciplinari che hanno tenuto maggiormente impegnati i tre Collegi di disciplina sono stati quelli che hanno riguardato l’inosservanza dell’obbligo della formazione professionale continua. A febbraio 2020 erano già stati completati i procedimenti nei confronti dei colleghi che nel triennio 2014-2016 non avevano svolto alcuna attività formativa o che, al termine dell’anno di proroga (2017), risultavano con un numero di crediti largamente insufficienti.

 In sintesi, le sanzioni disciplinari inflitte sono:

  • avvertimento n.20
  • censura n. 143
  • sospensione (2 o più mesi) n. 5

Per tre di queste, risultano pendenti ricorsi al Consiglio nazionale di disciplina.

Non sono state applicate radiazioni, mentre i procedimenti che si cono conclusi con archiviazione o proscioglimento sono stati 28.

Si ritiene dover sottolineare, infine, che nel corso delle istruttorie disciplinari si è avuta l’impressione che alcuni giornalisti chiamati a discolparsi davanti al Collegio di disciplina non avessero ben chiari natura, ruolo e funzione dell’Ordine professionale e in diversi casi neanche il valore etico delle singole norme deontologiche. C’è da augurarsi che con una partecipazione costante ai corsi di formazione on line (o in presenza, quando sarà possibile) oltre a conoscere le norme di comportamento, ci si possa arricchire sotto il punto di vista della cultura etica.