La cultura non deve essere Cenerentola
06 mag 2014Armando Massarenti, Giuseppe Laterza, Elena Stancanelli, Isabella Don Francesco, Marino Sinibaldi, Alessandra Tarquini e Alessandro Zaccuri hanno chiuso, in una sala gremita (Salone Raffaello –Legato Albani) e davanti a un pubblico attento e partecipe, la seconda edizione del Festival del giornalismo culturale.
“Ottima partecipazione di pubblico soprattutto giovane - dicono soddisfatti i direttori Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini -. Abbiamo assistito a tre giornate molto vivaci, ricche di confronti, dibattiti dai quali sono emersi diversi punti di vista, posizioni differenti che testimoniano l’interesse diffuso per la Cultura e per il momento drammatico che stiamo vivendo. Continueremo a lavorare e pensiamo già alla terza edizione”.
“Se vogliamo ritornare a crescere, se vogliamo ricostruire un’idea di cultura, dobbiamo pensare ad un’ottica di medio lungo termine in cui lo sviluppo passi necessariamente per la valorizzazione dei saperi. La cultura deve tornare al centro dell’azione politica e non di un solo Ministero che ne è Cenerentola. In Italia non abbiamo istituzioni culturali in grado di influenzare il sistema politico”. Armando Massarenti, responsabile Il Sole 24 Ore Domenica, ha ripercorso nella sua Lectio di apertura, gli elementi fondanti del Manifesto de Il Sole 24 Ore per “una costituente della cultura” perché la cultura diventi nel nostro Paese motore di sviluppo. “Quale cultura è possibile se le nostre Istituzioni sono prive di personalità culturali? Il nostro Senato? Va ricostruito con personalità competenti - ha proseguito Massarenti -. Dobbiamo promuovere i saperi di base per formare la mentalità critica dei cittadini. Per ripartire occorre saper utilizzare bene la lingua scritta; usare la logica e la retorica che è la capacità nobilissima di argomentare e persuadere. Ecco che il giornalista o è un giornalista culturale o non è un giornalista”.
“Non basta la competenza se non viene contestualizzata” ha detto l’editore Giuseppe Laterza nel suo dialogo con la giornalista e scrittrice Elena Stancanelli: “Non si può produrre bellezza se non ci si mette in relazione con il presente. Se non hai idea della tua contemporaneità non puoi spiegare niente ai ragazzi neanche Carducci”.
“Giornalismo culturale ormai è una parola sciocca. Il giornalista deve essere mediatore di contenuti ormai accessibili". Marino Sinibaldi, direttore di Radio Tre, in Un millimetro in là, ha chiuso il Festival con queste parole: “Il web non genera isolamento semmai lo fa l’eccessiva specializzazione possibile proprio grazie a internet. La dicotomia innovatori-conservatori va superata, l’innovazione non va da una parte sola”.
Il Festival del giornalismo culturale ha premiato al Teatro Sanzio, dopo il duo esilarante tra David Riondino e Pietro Del Soldà, i giovani vincitori del concorso lanciato per la seconda edizione dell’evento: per la categoria giornalisti under 35: Giorgio Ruta. Per la Sezione Scuole Superiori: Gloria Cottini e Kiara Seifullai (Liceo scientifico e delle scienze umane “Laurana-Baldi” di Urbino).
Il Festival del giornalismo culturale è un evento curato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, in collaborazione con la Scuola di giornalismo e con il patrocinio dell’Ordine marchigiano.