Equo compenso, Rossi (Fnsi): "Efficacia poco chiara"
13 dic 2013
Da Pescara le parole del presidente dell'Fnsi, che scende in campo anche sul problema del precariato
L'efficacia dell'equo compenso "dipende da come leggiamo la norma". Così il presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi), Giovanni Rossi, a margine del convegno 'Giornalisti: quale equo compenso?', organizzato a Montesilvano dal Sindacato giornalisti abruzzesi. "La legge - ha spiegato Rossi - dice che gli editori che non si atterranno ai criteri stabiliti dalla commissione non potranno avere finanziamenti pubblici. Si tratta di vedere cosa si intende perché ci sono due interpretazioni. La prima è che verrebbero escluse dai finanziamenti solo le aziende che ricevono denaro diretto, cioè le più marginali; l'altra secondo cui, invece, tutte le aziende che non rispettano quei criteri vengono escluse da tutti i finanziamenti provenienti dallo Stato, includendo anche gli ammortizzatori sociali". La seconda interpretazione, secondo il presidente Fnsi, "creerebbe dei problemi perchè aziende in crisi reale vedrebbero negarsi lo stato di crisi e quindi gli ammortizzatori sociali per i dipendenti". "Il rischio - ha sottolineato - sarebbe quello di un conflitto tutto interno alla categoria. Siamo su un terreno molto difficile, certamente bisogna fare in maniera che non succeda come la legge 150 sugli uffici stampa negli enti pubblici". Sul problema precariato il presidente ha poi ricordato quella che ritiene la "soluzione corretta", cioè la proposta presentata dalla Fnsi, affinché "il collaboratore venga pagato anche più del dipendente, ma, ovviamente - ha evidenziato -, tale posizione non piace agli editori. Questo perché in Italia più che di freelance inteso in senso classico siamo in presenza di lavoratori precari o in nero". L'obiettivo degli editori, secondo Rossi, "è usare i collaboratori come fossero dipendenti, ma pagandoli di meno". (Ansa)