Assemblea dei giornalisti delle Marche
11 mar 2025La relazione del presidente Elisei
Abbiamo voluto far coincidere l’Assemblea annuale dei giornalisti con la Giornata internazionale dei diritti delle donne. La giornata che vuole ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche delle donne. E quindi anche delle giornaliste con l’intervento della direttrice del gruppo QN, Agnese Pini e della presidente del Corecom Cinzia Grucci.
Tra pochi giorni si concluderà il triennio dell’attuale consiliatura, anzi è trascorso qualcosa di più, visto che attendevamo una variazione alla legge elettorale promessa e mai pervenuta. Colgo l’occasione per ringraziare l’intero consiglio dell’Ordine e la segreteria che ha supportato tutti i lavori.
Ogni anno ci ritroviamo a parlare della riforma di una legge che non esce dai cassetti del Parlamento nonostante tante presenze di giornalisti a Montecitorio e a palazzo Madama. Una legge desueta, degli anni 63, (anche la legge sulla stampa del ’48 accusa i suoi anni) quando non c’era la rete, non c’erano i social, non c’era l’intelligenza artificiale che oggi preoccupa i giornalisti e fa felice probabilmente gli editori che sembrano legittimamente più interessati ai profitti. Un’opportunità o un’alternativa all’umano? Se ne sta discutendo in modo sempre più frequente. La Fnsi ha chiamato i Cdr a sorvegliarne l’uso improprio
Innovazione non significa modificare il modo di fare giornalismo, significa che cambia la tecnica, cambiano i tavoli di lavoro ma rimane sempre il dovere della raccolta, dell’elaborazione e della diffusione delle notizie in modo corretto cioè nel rispetto delle norme deontologiche.
Interpretazione dell’art.34
Nel 1963 c’era ancora il piombo, le edicole e le redazioni. E i collaboratori avevano una speranza. Altri linguaggi, altri media. Si chiede ai giornalisti di essere al passo con i tempi ma non si modificano le leggi che possano permettercelo. E in questo gli editori non ci aiutano.
Oggi c’è sempre più la convinzione che giornalista è chi lo fa. E l’Ordine ha fatto suo questo convincimento con l’interpretazione dell’art.34 della legge vetusta. Chi dimostra di aver pubblicato su testate registrate, avere un tutor per la valutazione dei servizi ed essere stato regolarmente retribuito per sei mesi o per anno, al par i di un praticante, può chiedere all’Ordine di sostituire direttori ed editori nell’iscrizione nel registro dei praticanti.
Ordine, superfluo
Leggo che si sta risollevando il venticello che vorrebbe relegare l’Ordine tra gli organismi superflui. La garanzia di correttezza e rispetto deontologico viene ritenuta non impossibile senza un ente che vigili. Si ribadisce che siamo l’unico Ordine dei giornalisti esistente in Europa, ma sfugge che l’Ordine va inteso come difesa della qualità dell’informazione. Una libertà di espressione senza regole deontologiche rischia di finire in mano al più forte. C’è anche la tentazione di fare comunicazione più che informazione. A volte in modo inconsapevole. Soprattutto quando non si conoscono le regole.
La velocità il vero padrone della notizia
Oggi il vero padrone della notizia è la velocità, ma la velocità è inversamente proporzionale alla qualità se non emergono competenza e professionalità. Oggi contano soltanto i like, i contatti. Qualità oltretutto difficile da pretendere di fronte ad un compenso che per i free lance è tutt’altro che equo. Tanto in rete – si dice - tutto poi si può cambiare, correggere, precisare, senza rendersi conto che il contatto unico difficilmente rilegge la notizia postata. Ai giornalisti si chiede responsabilità ma al tempo stesso si chiudono le porte alla verifica (vedi la cronaca giudiziaria) si instaurano leggi bavaglio.
La stretta
Dunque: si riducono i giornalisti, si riducono i tempi di realizzazione dei servizi, si riducono i compensi, si riducono le garanzie dell’occupazione e si pretende maggiore qualità.
Ci troviamo tutti i giorni a raccontare di diritti violati, di crisi aziendali, di sfruttamento dei lavoratori ma non ci occupiamo mai abbastanza del nostro mondo. Non riusciamo più a far fronte comune di fronte a carichi di lavoro sempre più pesanti e a quello che riteniamo un compenso tutt’altro che equo. Oggi, ad esempio, a descrivere le guerre sono sempre più spesso free lance che si assumono oneri, responsabilità e rischi di vita.
Mi direte che questo è un ragionamento sindacale. Vi rispondo che dignità della professione è pertinenza dell’Ordine e la dignità passa anche attraverso una retribuzione degna del nostro lavoro.
Piccolo è bello ma non basta
Siamo una regione piccola, ma non sempre in una regione più piccola tutto è più facile. Le incombenze amministrative sono le stesse, le responsabilità uguali. E mentre gli Ordini più grandi hanno funzionari con preparazione specifica, gli organismi più piccoli devono fare affidamento alla disponibilità preziosissima di impiegati inquadrati in altri ruoli o a conoscenze amministrative personali dei presidenti e consiglieri di turno. Gli adempimenti burocratici si sono triplicati e le spese fisse aumentate. Per una regione piccola le risorse sono al minimo e margini di intervento sono ridottissimi. Esiste poi il problema dei Consigli di disciplina territoriali: nelle regioni più piccole non è facile trovare la disponibilità di 18 componenti di esperienza e di equilibrio.
I temi da affrontare: informazione pubblicità
Rapporto informazione pubblicità, una tematica di estrema attualità. L’Ordine non solo può, ma deve migliorare questo rapporto, che ha visto le barriere diventare sottilissime. Sia chiaro: la pubblicità è importantissima per la sopravvivenza dell’informazione, la sua funzione di sostegno è imprescindibile per qualunque media e in particolare per la carta stampata, a cui stanno venendo meno le entrate derivanti dalle edicole, che rappresentavano anche il termometro della fidelizzazione dei lettori e permettevano di contrastare eventuali ingerenze degli investitori. Ma la pubblicità ora sta cambiando pelle, si sta camuffando sempre più da informazione. E’ la proliferazione della mercificazione della notizia. Un fenomeno che tocca piccole-medie emittenti televisive e testate on line locali. E che mina, appunto, la credibilità dell’informazione e quindi del giornalista. Ma un punto di incontro si può trovare.
MI è stato chiesto un parere sulla legge che riguarda la formazione…
Molti ritengono la formazione solo un peso. E qualche vecchio giornalista la definisce inutile, convinto che sia sufficiente l’esperienza su strada. Forse questo concetto valeva quando si consumavano veramente le suole. Cosa fare? Alzare ogni volta il livello dei corsi di aggiornamento, distinguendo quelli di base per i nuovi iscritti da quelli di alta formazione per i più esperti, coinvolgendo i direttori e i colleghi di maggiore esperienza a trasferire in prima persona la loro conoscenza ai partecipanti. Confrontarsi con le altre realtà europee. Ma anche convincere gli editori a concedere permessi ai redattori per partecipare alla formazione, senza costringerli a usufruire di riposi o ferie, convincendoli che una maggiore professionalità premierebbe anche l’autorevolezza della testata. E magari prevedere un bonus, in particolare ai collaboratori per quelle ore dedicate alla formazione a fronte dell’effettivo svolgimento dell’obbligo formativo.
Cosa ha fatto l’Ordine delle Marche in questi tre anni di consiliatura…
- Abbiamo partecipato ad un progetto europeo (insieme all’università di macerata e Perugia e all’Ordine dell’Umbria e Anci Marche e Umbria), finanziato dall’Unione europea. Se verrà approvato (lo sapremo nei prossimi mesi) lasceremo la realizzazione alla prossima consiliatura. Si tratta di divulgare maggiormente le potenzialità dell’Unione europea in merito a risorse, progetti di coesione nelle Marche e Umbria.
- Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con gli Ordini dell’Emila Romagna, Toscana, Umbria e Lazio per migliorare sinergie sui corsi di formazione e scambi di esperienze su tematiche dei giornalisti.
- Abbiamo aperto un canale di dialogo anche con l’Abruzzo sulle stesse tematiche
- Abbiamo istituito un corso di alta specializzazione in informazione scientifica all’interno di un master all’Università di Camerino grazie alla disponibilità dell’Ateneo del rettore ed ex rettore. 32 ore per quattro incontri full time, un sabato al mese.
- Abbiamo istituito grazie alla disponibilità della Regione, la conferenza di fine anno con il presidente della giunta regionale. Tutte le testate che ne hanno fatto richiesta hanno potuto fare liberamene domande al presidente Acquaroli
- Il Consiglio dell’Ordine delle Marche ha fornito numerosi emendamenti per la stesura del nuovo codice deontologico
- Ha anche presentato un emendamento, poi accolto, sulle modalità di ripartizione dei fondi alle emittenti radiotelevisive e on line delle Marche
- Abbiamo ultimato la digitalizzazione di tutto l’archivio dell’Ordine grazie al contributo del nazionale
- Siamo riusciti a deliberare un fondo per i colleghi in difficoltà, Ora dobbiamo stilare il regolamento
- Abbiamo rivisto tutto il sito dell’Ordine per renderlo più immediato e funzionale
- Stiamo provvedendo al ripristino dei danni causati del sisma del 2022 (Più di 30 mila euro che ricadranno nel prossimo bilancio)
- Siamo intervenuti su questioni relative agli uffici stampa, sia per impedire l’incarico a non giornalisti, sia per sollevare rilievi a compensi non rispondenti all’impegno richiesto (insieme al sindacato) e sia per bloccare il titolo di giornalista a chi giornalista non è.
La situazione nelle Marche
Al momento in Italia ci sono richieste di altri 350 prepensionamenti finanziati con la legge 416 con un ingresso limitato a nuovi colleghi. Parte sono nelle Marche.
Nella nostra regione risultano iscritti 2054 giornalisti
In tre anni abbiamo effettuato:
- n. 125 sedute di Consiglio (Una ogni settimana e mezzo)
-n. 237 corsi (1 ogni 4,5 gg)
- Attualmente attivo il Corso di perfezionamento Unicam (tutto gratuito)
- Due corsi di inglese (Di livello base a Macerata e primo livello ad Ancona)
- Corsi aggiuntivi per praticanti in preparazione all’esame professionale
Bilancio
Attivo ma al minimo 1.336.67 inferiore a quello dell’anno scorso perché abbiamo accantonato euro per fronteggiare almeno in parte gli elevati costi causati dal sisma nel 2022
Elezioni
Come sapete il 19 e 20 marzo si vota on line in seconda convocazione (quella valida ) e domenica 23 marzo in presenza nella sede di Ancona. Tutti sono eleggili, anche a propria insaputa. In un altro spazio del sito sono pubblicati i nomi dei colleghi che hanno dato la disponibilità a continuare questo percorso o a intraprenderlo da nuovo.