Consegnati ieri gli attestati di partecipazione ai giornalisti e alle giornaliste che hanno completato il Corso universitario di perfezionamento in Comunicazione scientifica “Media e Scienza. Informazione, Comunicazione e innovazione: dal taccuino all’intelligenza artificiale” promosso da Ordine dei giornalisti delle Marche e Unicam, con la collaborazione di Ucsi. Un riconoscimento non solo formale, ma simbolico di un impegno crescente verso una comunicazione scientifica competente, consapevole e responsabile. La cerimonia si è svolta al termine del corso "Informare e comunicare correttamente la sostenibilità" che si è svolto all’Abbadia di Fiastra durante Scienza in festa, la due giorni promossa dall’Ateneo di Camerino.
Durante l’incontro, è emersa con forza la consapevolezza di quanto sia urgente una nuova alleanza tra scienza e informazione. A richiamarlo è stato con parole forti e dirette il rettore di Unicam, Graziano Leoni, che ha lanciato un appello: «Stiamo divorando il pianeta. Se non cambiano le abitudini e il modo di fare, non c’è futuro immaginabile nel mondo in cui viviamo oggi». Un monito che ha introdotto un tema centrale: la sostenibilità come sfida collettiva, dalla ricerca universitaria alla mediazione giornalistica.
Il ruolo dell’informazione è stato al centro anche dell’intervento di Franco Elisei, presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, che ha rimarcato quanto la qualità dell’informazione sia cruciale in tempi di crisi climatica e ambientale: «L’informazione non è semplice comunicazione. È analisi critica. E per farla bene servono competenze. La nostra presenza qui, in collaborazione con Unicam, è un atto concreto per riconquistare un ruolo oggi messo in discussione».
Il corso e la consegna degli attestati non sono solo un traguardo, ma un punto di partenza per un nuovo modello di giornalismo, capace di farsi ponte tra la complessità della scienza e la vita quotidiana delle persone. Un giornalismo che sappia parlare con rigore ma anche con empatia, che valorizzi la verità e che sappia distinguere tra dati, narrazioni e opinioni.
Gli interventi dei relatori, durante il corso, hanno offerto ai presenti una serie di preziosi spunti di riflessione. A partire dal naturalista Francesco Pedretti che ha portato l’attenzione su uno degli effetti meno visibili ma devastanti della crisi climatica: lo sfasamento ecologico con la storia del balestrucci.
I dati, poi, devono essere trattati con precisione. Il meteorologo Andrea Fazzini ha sottolineato la differenza tra meteorologia e climatologia, e la necessità di comunicare correttamente le evidenze scientifiche: «Non possiamo permettere che un giornalista lavori su numeri raccolti da fonti non verificate e mai spettacolarizzare le notizie climatiche».
La sostenibilità del territorio montano, invece, è stata al centro dell’intervento di Paola Scocco, che ha ricordato l’importanza della gestione attiva dei pascoli e della valorizzazione delle razze autoctone
Non è mancata una riflessione sull’uso dell’Intelligenza Artificiale nella produzione di contenuti.
Mattia Crivellini, direttore di Fosforo e Next, ha tracciato un quadro realistico dei consumi energetici e delle materie prime necessarie all’AI, facendo emergere la sostenibilità nascosta dietro il digitale.
A chiudere l’incontro, Claudio Pettinari, già rettore Unicam, ha riportato l’attenzione sull’importanza della formazione continua. «Senza competenza, senza ascolto delle voci scientifiche autorevoli e senza una vera cultura del dato, non siamo in grado di educare».